Gli otto rami dello yoga

Negli Yoga-Sutra, il saggio Ptanjali, ha descritto gli otto stadi dello yoga, come Rami, essi costituiscono i mezzi che in fase progressiva conducono all’Illuminazione, cioè alla realizzazione del vero io: Artmadarsana, la pura essenza di tutto ciò che esiste. Gli otto rami, si integrano l’un l’altro, li possiamo considerare come i costituenti di un Albero che nel suo insieme forma lo yoga.

Yama: principi universali, etica

Niyama: autocontrollo, disciplina individuale

Asana: postura

Pranayama: controllo del respiro

Pratyahara: controllo e ritiro dei sensi

Dharana: concentrazione

Dhyana: meditazione

Samadhi: “intuizione completa per sempre” o illuminazione, stato di beatitudine e di pace

L’Ashtanga yoga come metodo di pratica, ci è stato trasmesso da Sri K. Pattabhi Jois, il quale, con il suo maestro Sri T. Krishnamacharya, lo ha decifrato da un’antico testo Sanscrito chiamato: “Yoga Kurunta”.

L’Ashtanga yoga è un metodo dinamico, rinomato per i suoi Vinyasa, movimenti in sincronia con il respiro che collegano tra loro le posture, “Il Vinyasa….E’ l’unione dinamica dei nostri mondi interiore ed esteriore. Il Vinyasa è l’espressione esteriore del sottile movimento della forza vitale. E’ la manifestazione del prana. Il Vinyasa orchestra l’equilibrio. Un equilibrio di forza e flessibilità, di leggerezza e pesantezza, di movimento ed immobilità. Tramite il Vinyasa, si comprende la vibrazione della vita. Questa integrazione si manifesta quando l’atto della respirazione ed il movimento, cessano d’ essere entità separate. Ogni azione incoraggia l’altra. Esse esistono come una sola. Allora la mente è libera e la pratica diventa una danza ritmica.” Devid Swenson.

La pratica dell’Ashtanga yoga, permette di sviluppare tutti gli otto rami: sviluppiamo ed aumentiamo la consapevolezza del nostro corpo e delle sue interazioni con il mondo esterno, Yama e Niyama; Asana e Pranayama, vengono sviluppati eseguendo le posizioni rimanendo focalizzati sul respiro; il Pratyara, si accresce con la costante attenzione sul suono del respiro; Dharana, si sviluppa quanto più riusciamo a focalizzarci nella pratica; Dhyana accade quando Dharana è stabilizzata; si può così raggiungere il Samadhi e comprendere la pura essenza di tutto ciò che esiste.