PERCHE’ LO YOGA IN ACQUA?

Quali sono le differenze tra
lo yoga praticato in acqua e quello normale?

Lo yoga in acqua è più dinamico, si beneficia così dell’azione massaggiante dell’acqua, si resta in posizione per pochi respiri; l’ambiente “acqua” si presta a molte varianti delle asana classiche, quindi queste possono essere praticate anche dalle persone più in difficoltà, ottenendone  grandi effetti benefici. Nello yoga in acqua il rilassamento totale accompagnato da un silenzio interiore, avviene fin dall’inizio della lezione, l’acqua stessa, ottundendo ogni minimo suono crea silenzio, inoltre, l’ambiente acquatico è diverso da quello terrestre a noi usuale, quindi si sta completamente nel momento presente, nel “qui e ora”, con il nostro corpo e con il nostro respiro. Lo yoga in acqua permette di acquisire una maggior quantità  di nuovi movimenti e di equilibri che stimolano nuove catene neuronali, migliorando così l’attività cerebrale in genere e le connessioni corpo-mente.

 

Quali sono i muscoli e i centri nervosi più sollecitati?

Il corpo viene sollecitato nella maniera più completa possibile, fin dai primi  momenti della lezione si lavora andando sempre più in profondità, le  rotazioni e le torsioni, presenti in questo tipo di yoga, permettono di lavorare e stimolare anche i più piccoli e profondi muscoli intervertebrali e di tutte le altre articolazioni. Le lezioni sono strutturate in modo  che avvenga un lavoro globale nel corpo dando così un benessere totale alla persona. Naturalmente il sistema nervoso parasimpatico è il più sollecitato, questo soprattutto mediante il respiro profondo e prolungato che viene fatto in sincronia con i movimenti, i battiti cardiaci rallentano rispetto agli stessi movimenti fatti fuori dall’acqua, questo a grazie anche all’azione dell’acqua sul corpo, quindi ci si trova facilmente in uno stato di quiete profonda, lasciando andare la nostra usuale ipereccitazione del sistema nervoso simpatico che ci fa stare in costante stato di allerta e stress.

 

Quali sono i benefici fisici dello yoga in acqua?

I benefici fisici dello yoga in acqua sono immensi. Il corpo , in acqua è più leggero, viene infatti spinto verso l’alto dalla pressione idrostatica, così , venendo meno il carico terrestre, tutte le articolazioni sono più libere nei movimenti. Anche nel caso di articolazioni doloranti a causa patologie o traumi il movimento viene facilitato favorendo così la guarigione. Tendini e muscoli si rilassano facilmente favorendo quindi una sempre più ampia possibilità di movimenti. Con lo yoga in acqua i movimente eseguiti, permettono di liberare la sciena dalle più svariate tensioni, dolori e rigidità, favoriscono un migliore allineamento vertebrale, rinforzano i muscoli e migliorano la flessibilità. Attraverso le posizioni yoga, tutte le articolazioni vengono rese più flessibili in modo molto più semplice e rapido rispetto ad un analogo lavoro terrestre, i tendini vengono allungati in modo dolce. Si acquista comunque un buon tono muscolare.
Per le gestanti i benefici fisici sono notevoli, possono mobilizzare le articolazioni e rinforzare i muscoli senza sottoporsi a sforzo o a possibili traumi come nell’ambiente terrestre; inoltre acquisiscono o migliorano la consapevolezza del respiro che sarà loro molto utile per il parto.

 

Quali sono, invece, i benefici mentali dello yoga in acqua?

I benefici mentali sono in particolare dovuti allo stato di silenzio nel quale la mente viene inevitabilmente a trovarsi. Quando una persona è in acqua e pratica yoga, deve essere totalmente lì, con il suo corpo ed il suo respiro, impossibile per la mente vagare altrove seguendo pensieri, affanni, ecc. La presenza mentale permette che accadono miracoli nello stato psichico della persona che diventa più calma, recettiva ed in grado di arrivare alla migliore e più rapida risoluzione dei problemi.

 

A che età e quali persone possono praticare lo yoga in acqua?

Lo yoga in acqua può essere praticato a tutte le età, grandi benefici ne traggono soprattutto le persone mature fino all’età avanzata. Le gestanti, in genere possono praticare lo yoga in acqua dal terzo o quarto mese di gravidanza, migliorando notevolmente il loro stato psicofisico.

 

Può suggerire ai nostri lettori due o tre esercizi/posizioni di yoga da fare in acqua?

Per iniziare farei fare delle rotazioni delle braccia, della testa, del torace e del bacino in modo che venga acquisita  al meglio la stabilità in acqua oltre che a preparare il corpo a movimenti più complessi. A seguire una torsione progressiva dinamica, subito dopo una torsione statica come “Ardha Matziendrasana”, il mezzo pesce, può essere eseguita sia in piedi che seduta, a destra e sinistra. Passiamo poi alla Tigre, prima in movimento, che chiamo “Kria della Tigre” e poi in statica,  utile per sciogliere e rinforzare la schiena, così come le articolazioni delle anche e per tonificare i glutei. Come ultima posizione, “Utkatasana”, la posizione accovacciata da fare da soli o a coppie, prima in statica, poi con oscillazione del bacino ed alla fine ancora in statica. Anche con poche posizioni è utile un buon rilassamento profondo finale.

 

Quando e dove è nato lo yoga in acqua?

Lo yoga in acqua è nato nel 1996, in una piscina della provincia di Verona, nella cittadina di Legnago. Praticavo yoga da molti anni ed essendo anche un’amante dell’acqua e del nuoto, proprio durante il nuoto, tra un gruppo di vasche e l’altro, provavo delle posizioni yoga che poi adattavo all’acqua. Dopo molte prove, avevo un gran numero di asana da praticare in acqua, così ho proposto al direttore della piscina un corso di “Yoga in acqua”, la proposta è stata subito accettata. Invece di un solo corso bisettimanale, ne sono partiti due, perchè ne ho aggiunto uno specifico per gestanti. Dal 1996 i corsi ancora continuano con successo. Ho tenuto anche dei corsi specifici per istruttori. Ho scritto un libro correlato da più di 250 foto intitolato: “Matsyoga: lo Yoga in Acqua”, edito nel 2000 dalla casa editrice Cerchio della Luna. Il nome “Matsyoga” è in onore al primo yogi : Matsyendra, il pesce fatto uomo. La leggenda racconta che il dio Siva, in un’isola in riva al mare, stava insegnando lo yoga alla moglie Parvati che, invece di ascoltare si era addormentata, il pesce Matsyendra che era già un semi-dio, aveva invece appreso tutto, così, quando si trasformò in uomo, fu il primo saggio a trasmettere lo yoga.